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LABORATORIO psico-teatrale

Tecniche creative a integrazione della proprio identità

IL LABORATORIO

Una delle difficoltà maggiormente rilevate fra i minori con Esperienze Sfavorevoli è la partecipazione attiva e l'integrazione nei diversi ambiti e spazi sociali che caratterizzano la quotidianità e accompagnano la crescita di ognuno. Le preoccupazioni e le insicurezze che normalmente caratterizzano le fasi di crescita e i momenti di passaggio del ciclo di vita si accentuano e si amplificano nel processo di integrazione fra più contesti di riferimento.  

TutelaMi, attraverso laboratori multi terapeutici, promuove azioni di sostegno che accolgono le esigenze, valorizzano le capacità, potenziano le risorse, sopperiscono alle carenze ridando continuità ad identità che si strutturano come uniche proprio perché integrate nelle loro parti e nelle loro diverse appartenenze. 

Image by Jan Tinneberg

Il teatro costituisce una porta di accesso privilegiata alla rappresentazione e della narrazione di sé. Attraverso la voce, i gesti, il corpo e tutta una molteplicità di canali comunicativi permette di esprimere vissuti, stati emotivi e momenti affettivi ricontestualizzandoli in una cornice di complessità e integrazione di parti di sé ancora scisse o non totalmente connesse.

Quando il teatro e la psicologia si incontrano, le possibilità espressive e conoscitive di sé si moltiplicano e si arricchiscono: il setting del laboratorio teatrale si propone come spazio-tempo di sospensione della vita quotidiana a favore di una esplorazione di nuove modalità di pensare, percepire, muoversi e relazionarsi. Un percorso di ricerca, attraverso il linguaggio del teatro, dove la centralità del lavoro sarà portare lo sguardo fuori di noi e allo stesso tempo dentro di noi. Una “finestra” come metafora per dare voce allo sguardo.

OBIETTIVI

Gli obiettivi generali del lavoro sono:

1. Recuperare una dimensione creativa – espressiva;

2. Creare uno spazio in cui ognuno possa avere la possibilità di raccontare quanto può cogliere dall’esterno o dall’interno di sé;

3. Socializzare, condividere e teatralizzare l’esperienza. Il laboratorio proposto avrà due linee parallele di lavoro.

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Il laboratorio proposto avrà due linee parallele di lavoro:

  • Gli elementi di base per lo studio del teatro: Voce come elemento sonoro Corpo come elemento espressivo Spazio come elemento di relazione.

  • Attenzione allo sguardo: Cosa vedo? Come vedo? Cosa mi colpisce di più mentre guardo?

PERSONALE

Rita Ghezzi, Psicologa e Psicoterapeuta e Gennaro Ponticelli, operatore teatrale, organizzano laboratori di terapia psico-teatrale per minori ospiti di alcune delle Comunità alloggio del Consorzio Famiglie e Accoglienza di Bergamo, per promuove azioni di sostegno che accolgano le loro esigenze, ne valorizzino le capacità, ne potenzino le risorse, ridando continuità ad identità che si strutturano come uniche proprio perché integrate nelle loro parti e nelle loro diverse appartenenze.

METODOLOGIA

Ogni incontro si focalizzerà sul tema della “finestra” come metafora per dare voce ad uno sguardo su di sé e sugli altri che prederà forma mediante l'utilizzo di tecniche teatrali e la riflessione guidata su di sé. Verrà cosi costruita su misura per ogni partecipante una chiave di lettura al riconoscimento, comprensione e significazione delle proprie emozioni, pensieri e comportamenti.

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Per i più piccoli, dai 7 agli 11 anni, verranno sviluppati i seguenti punti: 

1. Il corpo: Le parti del corpo e i suoi movimenti / Il mio corpo e il corpo dell’altro / Il gioco delle trasformazioni.

2. Lo spazio: Spazio pieno – spazio vuoto / Camminate nello spazio/ Percorsi.

3. La voce: Suoni e versi / Suoni onomatopeici/ Giocare con le parole / La filastrocca.

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